Il 5 ottobre 1954 a Londra viene siglato un Memorandum d’intesa fra i governi di Italia, Jugoslavia, Stati Uniti e Gran Bretagna. In base a questo accordo il GMA della Zona A viene sciolto, con un passaggio di consegne al generale dell’Esercito italiano De Renzi, che provvederà poi a cedere tutti i poteri all’amministrazione civile italiana.
Parallelamente, nella Zona B viene sciolto il Governo Militare Jugoslavo, che cede i propri poteri all’amministrazione civile jugoslava, e rispettivamente a quella della Repubblica di Slovenia per quanto riguarda il Distretto di Capodistria, e a quella della Repubblica di Croazia per quanto riguarda il Distretto di Buie.
Al Memorandum viene allegato uno Statuto Speciale per la tutela delle minoranze, che essendo unico dovrebbe funzionare secondo il principio della reciprocità.
Contestualmente, i governi degli Stati Uniti e di Gran Bretagna, cui si accoda poi anche quello della Francia, annunciano che non appoggeranno ulteriori rivendicazioni dell’Italia o della Jugoslavia sui territori del mai nato TLT posti sotto le rispettive sovranità o amministrazione.
Il governo di Roma, poi, viene assicurato sulla “copertura” NATO sulla Zona A, il che assicurerebbe l’intervento alleato in caso di un’ipotetica futura invasione di Trieste da parte di potenze esterne.
Si chiude così di fatto la “Questione di Trieste”, anche se de jure la soluzione, per quanto temporalmente indefinita, non è formalmente definitiva.
Rimane infatti l’ambiguità formale sul problema della provvisorietà, ma è un’ambiguità concordata, per venire incontro alle esigenze dell’opinione pubblica italiana. Tale ambiguità verrà poi superata solo oltre vent’anni più tardi, quando, in un contesto politico sia interno che internazionale profondamente mutato, con il Trattato di Osimo del 1975 Italia e Jugoslavia definiranno formalmente i rispettivi confini.