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1. Cara al cuore – nei documenti

Con la Seconda Guerra Mondiale il confine italo-jugoslavo faticosamente tracciato negli anni del primo dopoguerra, è stato rimesso in discussione con l’annessione di vaste aree di Dalmazia, Slovenia e Liburnia da parte del Regno d’Italia.
L’armistizio dell’8 settembre 1943 ha però cambiato radicalmente le carte in tavola: lo Stato e le Forze Armate si sono sbandate e i partigiani di Tito hanno colto l’ottima occasione per mostrare la propria volontà di annettere alla futura Jugoslavia la Dalmazia, il Quarnaro, la Venezia Giulia, e parte del Friuli.
Sono stati poi scacciati dai tedeschi, ma nel 1945, con la fine della guerra, riescono ad impadronirsi di quasi tutti i territori fino all’Isonzo, occupando per 40 giorni anche Trieste e Gorizia.
La maggioranza della popolazione italiana di Trieste, di Gorizia, di Fiume e dell’Istria occidentale (ossia la maggioranza della popolazione di questi territori) vuole il ritorno all’Italia, mentre nel resto del Paese la città giuliana è considerata “cara al cuore di tutti gli italiani” ed attorno alla sua sorte si ricostruisce in buona parte quel sentimento patriottico che sembrava compromesso dopo il catastrofico armistizio dell’8 settembre 1943.
L’occupazione jugoslava e interessi politici internazionali rendono però impossibile tracciare un confine tra Italia e Jugoslavia rispettoso di tale volontà: nel 1947 il Trattato di pace assegna all’Italia solo Gorizia, mentre invece la Dalmazia, il Quarnaro e quasi tutta l’Istria vanno alla Jugoslavia.
Il Trattato prevede anche la creazione di uno Stato indipendente, il Territorio Libero di Trieste (TLT), nella striscia costiera tra il fiume Timavo a nord ed il fiume Quieto a sud. In attesa della formazione del TLT, questo continua ad essere controllato da un Governo Militare Alleato anglo-americano (GMA) a nord (dal Timavo a Muggia, compresa la città di Trieste, Zona A), e da un Governo Militare Jugoslavo a sud (Istria nordoccidentale, zona B).
Nessuna potenza, però, è realmente interessata alla creazione del TLT, possibile elemento di disturbo all’ordine internazionale visto che sia l’Italia che la Jugoslavia mirano ad incamerare i suoi territori, e Trieste è il porto delle zone di occupazione alleate in Austria.

PER 01_01 - La Cittadella - A. VIII - N. 279 (1952.02.18) p. 1
La Cittadella, anno VIII, n. 279 (18 febbraio 1952). Vignetta di Renzo Kollmann.
Un soldato statunitense e uno britannico dimostrano a De Gasperi le potenzialità del nuovo strumento televisivo.

i personaggi

Josip Broz “Tito”

Presidente della Repubblica federativa di Jugoslavia

i documenti

evento

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